UNCI, il futuro della pesca sarà sostenibile e tecnologico

Un convegno all’insegna del futuro della pesca e delle nuove prospettive per chi lavora nel settore. Questo è stato solamente il punto di partenza attorno a cui si sono susseguite le numerose tematiche affrontate nella giornata di sabato 18 novembre durante il convegno “Pesca costiera: Valorizzazione tra tradizione ed innovazione tecnologica”, organizzato dall’Unci (Unione Nazionale Cooperative Italiane) presso l’Hotel Capo Peloro Resort di Messina.

Al centro del dibattito anche il ruolo dei CAT (Centri Assistenza Tecnica), che in convenzione con la Regione Sicilia e l’assessorato regionale alle Attività Produttive si pongono l’obiettivo di prestare assistenza allo sviluppo locale, svolgendo un ruolo di collegamento tra l’amministrazione pubblica e le imprese cooperative. Su questo punto Andrea Amico, presidente Unci Nazionale, intercettato dal Qds, ha sottolineato l’importanza di questo supporto: “I CAT riescono a fornire assistenza a tutte le cooperative, ma anche ai cittadini interessati in materia di cooperazione, perché portano le persone ad essere insieme e non sole”.

All’inizio i saluti sono stati dati anche dal Comandante in seconda Antonio Ripoli della Capitaneria di porto di Messina, dal dott. Mario De Marco, Vice Presidente della Nuova Federazione Provinciale Unci di Messina, oltre che dal Presidente Nazionale dell’Unci, Andrea Amico il quale ha parlato anche dell’importanza di salvaguardare la professione della pesca tradizionale: “Coniugare innovazione e tradizione è una delle sfide correnti, soprattutto se si vuole andare verso un’ottica green per il rispetto dell’ambiente. Si può riuscire nella tradizione a trovare metodi che riescano a rispettare l’ambiente in maniera efficace e produttiva”.

Al centro della sala conferenze era presente un modello in miniatura della feluca, tradizionale imbarcazione messinese, utilizzata per la pesca del pesce spada. Diversi pescatori, insieme alle autorità della Capitaneria di Porto di Messina, hanno partecipato all’evento, intervenendo e dimostrando preoccupazione per il futuro, ma anche l’interesse e la speranza di salvaguardare questa professione. Paolo Mazzeo, referente Unci sul territorio, ha sottolineato l’unicità legata alla tradizione delle feluche: “Queste barche sono bistrattate, non hanno un riparo, sono ormeggiate in scogliere fatiscenti e prevedono enormi spese tra medico di bordo, attrezzature e manutenzione nel periodo in cui rimangono ferme”.

Il convegno è stato aperto dai saluti istituzionali di Luisa Tosto, direttore regionale Unci Sicilia e dal sindaco di Messina Federico Basile: “Tutte le realtà che operano sul territorio hanno l’attenzione da parte della nostra amministrazione – ha affermato il primo cittadino -. Noi cerchiamo di coadiuvare tutti i settori, compresi quelli che operano nel mare e nella pesca. Abbiamo avuto in città il mondiale di pesca sportiva che rappresenta un tema che molti non conoscono e questo incontro serve soprattutto a fare conoscere aspetti che sono di rilievo per una città di mare come Messina”.

Diversi i temi trattati dai relatori presenti al convegno, tra cui Gennaro Scognamillo, presidente Unci Agroalimentare, che ha parlato delle possibili opportunità del settore in prospettiva futura: “Da una parte c’è chi deve governare l’attività della pesca e dall’altra il pescatore che deve vivere e sopravvivere con il suo lavoro. Noi abbiamo sempre dato importanza a tutto questo – ha affermato Scognamillo -. Abbiamo portato in Europa la voce dei pescatori. Stiamo ragionando sull’economia circolare e stiamo prendendo esempio da territori come la Liguria, dove realizzano prodotti cosmetici e farmaceutici dagli scarti del pescato. C’è anche un’azienda che con la pelle dei pesci realizza delle borse”. Intervenuto in video il relatore Livio Ascione ha approfondito il tema del progetto Ariel, spiegando le funzionalità nel dettaglio e sottolineando le difficoltà che oggi affliggono il mondo della pesca: “Questo è un settore in crisi perché dal Covid c’è stata una diminuzione del 40 per cento del pescato, a questo si aggiunge l’aumento del carburante che rende difficile il trasporto e infine il cambiamento climatico. Per questo motivo bisogna attivarsi con un approccio alla pesca interamente dedicato allo sviluppo sostenibile. Il monitoraggio Ariel avviene attraverso dispositivi intelligenti e l’utilizzo dell’app Infopesca dotata di un sistema che prevede un ricevitore di bordo collegato ad un microcomputer in grado di mandare tutti i dati alla centrale operativa, che su cartografia procede con la registrazione di ogni singola boa e ogni utente”.

Il relatore Giuseppe Gullo, consulente sportelli CAT Unci ha citato diversi esempi di paesi che stanno investendo molto anche nel settore dell’algocoltura: “Bisogna trovare nuove frontiere. In altri Paesi stanno investendo molto sull’alga marina, anch’essa utilizzata nel mondo della cosmetica e della medicina, anche contro il diabete. Una ditta californiana ha ottenuto un brevetto per fare il pane con un miscuglio di grano e alghe. C’è una grande attenzione mondiale su cui l’Unione Europea è in ritardo, mentre altri Paesi stanno investendo fortemente nel mondo delle alghe. Risulta a questo punto necessario investire nel pubblico e nel privato”. Appassionati e accorati gli interventi dei pescatori delle più grandi Feluche che pescano esclusivamente nello Stretto di Messina, nell’esporre le problematiche che vivono per poter esercitare l’attività di pesca in sicurezza.

Il Dott. Vincenzo Arcadi – Assistente Tecnico della Capitaneria di Porto di Messina – Ufficio Pesca, è intervenuto fornendo precisazioni e risposte esaustive ai vari quesiti posti dai pescatori. Il Dott. Scandurra Salvatore e il Dott. Donato Giovanni rispettivamente Vice Presidente e Consigliere della 6^ Circoscrizione del Comune di Messina, hanno dato il loro contributo e la loro disponibilità ai pescatori per cooperare affinché si riesca in tempi brevi a trovare soluzioni fattive e pratiche alle problematiche dei punti di sbarco per le feluche.

QdS, 21 novembre 2023