UNCI SICILIA, LA PESCA COME STRUMENTO PER L’INCLUSIONE SOCIALE

I vertici di Unci (Unione Nazionale Cooperative Italiane) si sono ritrovati a Catania per discutere delle necessarie riforme da avviare per il mondo del sociale e per ragionare su come soddisfare il bisogno di inclusione attraverso la filiera della pesca.

Il direttore regionale Unci, Luisa Tosto, ha aperto la giornata di dibattito organizzata con il convegno “Sicilia e pesca: opportunità e sviluppo” ricordando l’importanza dei fondi disponibili ai Cat (Centri assistenza Tecnica e Cooperative) per lo svolgimento di appuntamenti tematici in grado di informare, ma anche creare confronto per la crescita del cooperativismo siciliano.

A Catania era presente il presidente Unci Nazionale, Andrea Amico, pronto ad evidenziare l’importanza del dibattito non solo per migliorare la qualità delle cooperative già socie di Unci, ma anche “dei cittadini che vogliono entrare a far parte del mondo delle cooperative”.

Il presidente Unci Catania, Antonino Gradito, ha evidenziato la necessità di dare una risposta alle nuove esigenze sociali attraverso una corretta legislazione, toccando un argomento approfondito poi dal Responsabile Settore Cooperative Sociali Unci Catania, Antonio Facondo. “Gli ultimi dati statistici italiani dicono che nella nostra società c’è un minore ogni sei anziani, ma non ci sono normative né a livello nazionale né a livello regionale adeguate a questo cambiamento. Non ci sono sia da un punto di vista pratico che di formazione. A livello regionale, poi, le segnalazioni fatte all’Assessorato alla Salute della scorsa legislatura non hanno mai ottenuto nessun riscontro concreto”. In Sicilia la filiera della pesca è un pilastro economico. Secondo l’ultimo documento di dettaglio tecnico del Rapporto annuale strutture produttive pesca della Regione Siciliana, la produzione regionale rappresenta il 21% di quella nazionale, mentre i ricavi conseguiti dai battelli siciliani rappresentano il 26% del fatturato complessivo. Il settore della pesca marittima siciliana è rilevante per il livello delle catture e, ancor più, per i ricavi conseguiti. Al valore economico potrebbe anche essere affiancato un valore sociale.
“Parlando di pesca oggi resta l’immaginario de “Il Vecchio e il mare” di Hemingway, dove il pescatore lotta da solo contro tutto e tutti, ma non è più così
– ha spiegato il Presidente Unci Agroalimentare Gennaro Scognamiglio -. Oggi dobbiamo rispondere alle richieste del Ministero delle Politiche Agricole e della Sovranità Alimentare nel fare filiera, questo vuol dire che anche il pescatore deve avere un riferimento a terra e tutte le parti coinvolte devono sapere cogliere, ad esempio, l’opportunità di un ricambio generazionale. Quale migliore opportunità di questa per investire nel terzo settore? Inoltre, quanti ragazzi costretti alla sedia a rotelle potrebbero lavorare sul recupero delle reti rotte o essere impiegati nella fase di trasformazione dei prodotti ittici o nel trattamento delle plastiche da riciclo. Parlando di redditi di cittadinanza che andranno a scomparire – ha evidenziato Scognamiglio – il terzo settore come movimento cooperativo è tra i soggetti meglio indicati per creare valore, reinserimento
e occupazione”.

Il parlamentare Giuseppe Castiglione, preceduto in mattinata dal deputato regionale e membro della Commissione Bilancio della Regione Siciliana Giuseppe Lombardo, hanno garantito il loro supporto istituzionale. Concreto l’intervento di Lombardo da ex assessore alle Politiche Sociali del Comune di Catania, così come quello di Castiglione che ha evidenziato l’importanza di mantenere aperto il canale di
comunicazione tra associatissimo di base e istituzione, soprattutto a favore della programmazione
favorevole allo sviluppo delle cooperative siciliane.